Pubblicità auto: vogliamo smetterla di farci prendere in giro?

Non che abbia nulla contro la pubblicità, anzi, ci lavoro con la pubblicità!
Spesso la trovo bella (lo spot dell’ENI dell’artista Ylana Yahav è per me eccezionale), altre volte sgradevole (quando passa lo spot delle TIM con quel ritornello orrendo Well, Well, Well cambio canale), spesso utile come dovrebbe essere la “vera” pubblicità, altre volte una vera e propria presa in giro.
E mi riferisco in particolare alla pubblicità del settore auto. L’ultima che ho visto, e che non sopporto, è quella della Dacia Duster. Non sopporto non tanto lo spot in se, ben realizzato, ma il finale “sfacciatamente unico, Dacia Duster tuo a 11.900 euro!*” (clicca qui per vedere il video dello spot)

11.900 euro…????? Vado a comprarla, che un’auto nuova mi servirebbe pure!

Ma siamo proprio sicuri? No, vero?


C’è quell’asterisco dopo il prezzo e nello spot compare per 2 secondi netti una riga in basso dello schermo scritta a caratteri piccoli dove si dice che quel prezzo è riferito ad un certo modello.
Quale? Quello che nessuno comprerà mai!
Perché è una versione talmente base, realizzata (io direi) appositamente per fare da “civetta”, da non essere appetibile a nessuno. Guardiamone le caratteristiche e gli equipaggiamenti confrontandoli con la versione appena superiore (la Ambiance) che è sempre una 4x2 (quindi non 4 ruote motrici ma 2 soltanto) ma costa già 12.700 euro. La versione base non ha (neppure con optional a pagamento) il volante regolabile in altezza, il climatizzatore manuale, il telecomando per l’apertura delle porte, gli alzacristalli elettrici anteriori, il sedile guida regolabile in altezza, i cerchi in lega (mostrati nella pubblicità), non è neppure possibile avere la vernice metallizzata!
Per non dire poi delle cinture di sicurezza anteriori regolabili in altezza e degli airbag laterali!
Tutte dotazioni che nella versione Ambiance sono previste ma disponibili solo a pagamento.

Insomma per avere una macchina completa bisogna salire (e di molto) almeno alla versione Laureate che però viene 13.900 euro (sempre in modalità 4x2) se poi si vuole una 4x4 allora si deve salire a 15.900 euro (4.000 euro in più) sempre per una versione Laureate.
E tutto questo per un’auto a benzina!

Se poi dovessimo essere interessati alle versioni Diesel allora il prezzo cambia del tutto. E si inizia con 14.300 euro per la versione Ambiance con il meno potente motore da 90CV (e con tutta la lista di accessori a pagamento) per arrivare ai 18.000 euro della versione Laureate 4x4 con motore 110 CV con FAP.

Una bella differenza, non trovate?

Ovviamente la Dacia non è l’unica casa automobilistica a proporre pubblicità del genere. Ne ho fatto qui un esempio in quanto è la pubblicità che sta girando con più frequenza nel momento in cui scrivo questo post.

Anche la Ford non è da meno. Ricordo ancora il sorrisino ironico di un concessionario Ford quando, qualche anno fa, gli andai a chiedere una Focus Station Wagon a 13.900 euro. Mica me lo ero inventato io quel prezzo, era quello che passava nella loro pubblicità martellante del momento.
“Caro signore, quello è il prezzo delle berlina 3 porte in versione base che non si può avere, perché non la consegnano, per la Station Wagon il prezzo parte da 17.900 euro…”
Capperi! 4.000 euro di differenza! Mica noccioline!

Insomma fossi nei panni dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (che tra i suoi compiti leggo ha anche quello di “tutela del consumatore, in materia di pratiche commerciali scorrette e pubblicità ingannevole”, fonte Wikipedia) richiamerei queste aziende ad una pubblicità più veritiera e realmente informativa dei prezzi dei prodotti reclamizzati.

La pubblicità, se fatta bene e senza prendere in giro il consumatore, può dare ottimi risultati. Io preferisco che mi si "lodino" i pregi di un certo prodotto e mi si lasci scoprire poi il prezzo magari andando dal concessionario dove posso anche instaurare una trattativa in base a quello che realmente mi interessa. Farmi apparire un prodotto iperconveniente quando invece non dico che non lo è ma che non è realmente così non lo trovo corretto.

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